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Mercoledì delle Ceneri – Santa Messa e imposizione delle Sacre Ceneri ore 18:00

Siamo polvere nell’universo, ma una polvere “preziosa”, amata dal Padre e non dobbiamo cedere alla rassegnazione, piuttosto ricordarci che siamo al mondo per realizzare il sogno di Dio. Il Signore ha amato raccogliere la nostra polvere tra le mani e soffiarvi il suo alito di vita (cfr Gen 2,7). Così siamo polvere preziosa, destinata a vivere per sempre. Siamo la terra su cui Dio ha riversato il suo cielo, la polvere che contiene i suoi sogni. Siamo la speranza di Dio, il suo tesoro, la sua gloria. (Papa Francesco)

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Memoria liturgica di San Biagio, Vescovo e Martire

Sabato 3 febbraio, durante la Santa Messa delle ore 18:00, vivremo il tradizionale e antico rito della benedizione della gola nella Memoria di San Biagio.

Vissuto tra il III e il IV secolo a Sebaste in Armenia (Asia Minore), era medico e venne nominato vescovo della sua città. A causa della sua fede venne imprigionato dai Romani, durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana; per punizione fu straziato con i pettini di ferro, che si usano per cardare la lana.

San Biagio muore martire tre anni dopo la concessione della libertà di culto nell'Impero Romano (313), morendo decapitato. Una motivazione plausibile sul suo martirio può essere trovata nel dissidio tra Costantino I e Licinio, i due imperatori-cognati (314), che portò a persecuzioni locali, con distruzione di chiese, condanne ai lavori forzati per i cristiani e condanne a morte per i vescovi.

Pochissimo di certo sappiamo sulla vita del santo. Le poche storie sulla biografia dell'armeno sono state tramandate prima oralmente e poi raccolte in agiografie, come in quella famosa di Camillo Tutini, Narratione della vita e miracoli di S. Biagio Vescovo e Martire (Napoli, 1637).

Nel sinassario armeno, al giorno 10 febbraio, si legge un compendio della vita del santo:

«Nel tempo della persecuzione di Licinio, imperatore perfido, san Biagio fuggì, ed abitò nel monte Ardeni o Argias; e quando vi abitava il santo, tutte le bestie dei boschi venivano a lui ed erano mansuete con lui, egli le accarezzava; egli era di professione medico, ma con l'aiuto del Signore sanava tutte le infermità e degli uomini e delle bestie ma non con medicine, ma con il nome di Cristo. E se qualcuno inghiottiva un osso, o una spina, e questa si metteva di traverso nella gola di lui, il santo con la preghiera l'estraeva, e sin da adesso ciò opera; se alcuno inghiotte un osso, o spina, col solo ricordare il nome di S. Biagio subito guarisce dal dolore. Una povera donna aveva un porco, il quale fu rapito da un lupo; venne la donna dal Vescovo, e con pianto gli fece capire come il lupo aveva rapito il suo porco; allora il Santo minacciò il lupo, e questo rilasciò il porco. Fu da Agricolao accusato il Vescovo, il quale mandò soldati, che lo condussero avanti ad esso; il giudice gli fece molte interrogazioni, ed egli in tutta libertà confessò, che Cristo era Dio, e maledisse gli idoli, e i loro adoratori, e però subito fu messo in prigione. Sentì la vedova, che il Vescovo era stato messo in prigione, uccise il porco, cucinò la testa e i piedi d'esso, e li portò al Vescovo con altri cibi e legumi: mangiò il Santo, e benedisse la donna, e l'ammonì, che dopo la sua morte ciò facesse ogni anno nel giorno della sua commemorazione, e chi ciò facesse in memoria di lui sarebbe la sua casa ricolma d'ogni bene. E dopo alcuni giorni levarono il santo dalla carcere, e lo portarono davanti al giudice, e confessò la sua prima confessione, e chiamò gli idoli demoni, e gli adoratori degli idoli chiamò adoratori del demonio. Si sdegnò il giudice: legarono il Santo ad un legno, e cominciarono coi pettini di ferro a stracciargli la carne, e appresso lo deposero e portarono in carcere. Sette donne lo seguirono, le quali col sangue del Santo ungevano il loro cuore e volto: i custodi delle carceri presero le donne, e le portarono al giudice, e le sante donne confessarono, che Cristo era Dio; furono rilasciate; ma le donne non contente di ciò andarono dagli idoli, e sputarono esse in faccia, e racchiusi tutti in un sacco, e quello legato fu da esse gettato in un lago. Ciò fatto tornarono al giudice dicendogli: «Vedi la forza dei tuoi dei, se possono uscire dal profondo lago.» Comandò il giudice, che si preparasse il fuoco, e piombo liquefatto, spade, pettini di ferro, ed altri tormenti; a dall'altra parte fece porre tele di seta, ed altri ornamenti donneschi d'oro, d'argento e disse alle donne: «Scegliete quel che volete.» Le donne pure gettarono le tele nel fuoco, e sputarono sopra gli ornamenti. Si sdegnò il giudice, e comandò che si apprendessero, e con pettini di ferro fece dilacerare il corpo, e poi le gettarono nel fuoco, da cui uscirono illese, e dopo molti tormenti tagliarono ad esse la testa, e così consumarono il martirio. Ma il Santo Biagio lo gettarono nel fiume, ed il Santo si sedette sopra l'acqua quasi sopra un ponte. Entrarono nel fiume 79 soldati per estrarre il santo, e tutti s'affogarono, ed il Santo uscì senza danno: lo presero per tagliargli la testa; e quando arrivarono a quel luogo, orò lunga orazione e domandò a Dio, che se alcuno inghiotte osso, o spina, che gli si attraversi la gola, e senta dolore, e preghi Dio col nominar lui, subito sia libero dal pericolo. Allora calò sopra di lui una nuvola, e si sentì da quella una voce che diceva: «Saranno adempiute le tue domande, o carissimo Biagio: tu vieni, e riposa nella gloria incomprensibile che ti ho preparato per le tue fatiche.» Appresso tagliarono la testa al Vescovo Biagio nella città di Sebaste. Uno chiamato Alessio prese il corpo del Santo Biagio Vescovo, e lo ravvolse in sindone monda, e lo seppellì sotto il muro della città, dove si fanno molti miracoli a gloria del nostro Dio Gesù.»

A san Biagio sono stati attribuiti diversi miracoli, tra cui il salvataggio di un bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce, da cui l'antica tradizione della benedizione della gola

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Festa della Presentazione di Gesù al Tempio

Trascorsi novanta giorni dal Natale, ci prepariamo con la Festa della "Candelora" all'imminente Tempo della Quaresima, chiedendo a Cristo, Luce del mondo, di illuminare sempre la nostra vita perchè anche noi possiamo essere riflesso della Sua luce che salva. Santa Messa alle ore 18:00, preceduta dal rito delle benedizione delle candele nel campo sportivo adiacente alla Parrocchia

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Marcia cittadina della Pace e della Legalità

a cura dell'Azione Cattolica Ragazzi delle parrocchie della Città di Copertino

Si terrà nella splendida cornice di Masseria La Tenente, il bene confiscato alla criminalità organizzata e affidato dal Comune di Copertino alla Caritas Diocesana Nardò-Gallipoli, l'edizione 2024 della Marcia della Pace e della Legalità. Tutti i ragazzi, gli educatori e le famiglie vivranno un momento di riflessione, preghiera e attività all'aria aperta dando vita, colore e gioia alla Masseria. L'evento si terrà sabato 3 gennaio alle ore 15:00

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Solenni Quarantore Eucaristiche

22-23-24 gennaio 2024

Tre giorni di grazia alla presenza di Gesù Eucarestia per crescere nello spirito di affidamento e ringraziamento al Signore, con le parole di Samuele anche noi vogliamo dire: "Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta".

Ecco il programma, dei tre giorni. La Santa Messa sarà presieduta dal Rev.do Don Emanuele Calabrese, Parroco della Parrocchia della Santa Famiglia in Nardò.

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